Tra le pagine più misteriose dei codici di Leonardo da Vinci si cela un’idea sorprendentemente moderna: un’imbarcazione subacquea progettata per muoversi sotto la superficie dell’acqua. È ciò che oggi chiameremmo “sottomarino rudimentale”, ma che ai tempi di Leonardo rappresentava un concetto rivoluzionario, e forse troppo per essere condiviso pubblicamente. Il progetto non fu mai completamente svelato, forse per motivi etici: Leonardo temeva che potesse essere usato “per fare omicidi nelle profondità del mare senza essere scoperti”.
Un’invenzione tra ingegno e riserbo
Leonardo accenna al sottomarino in alcuni appunti sparsi, in particolare nel Codice Arundel e nel Codice Leicester. A differenza di altri progetti, come le macchine da guerra o gli strumenti idraulici, l’idea del sottomarino è trattata con una certa reticenza. Non esiste un disegno completo, ma si trovano componenti e intuizioni che, uniti, lasciano intuire un progetto ben più articolato di quanto mostrato.
Al centro della sua idea vi era una struttura chiusa e galleggiante, costruita con materiali impermeabili (probabilmente cuoio cerato o legno resinoso), capace di affondare grazie a zavorre regolabili e risalire con sistemi di galleggiamento. L’approvvigionamento d’aria, vera sfida tecnica del tempo, era probabilmente pensato tramite tubi flessibili che affioravano in superficie, forse mimetizzati come canne o galleggianti.
Dettagli tecnici e ipotesi moderne
- Struttura: Il corpo del veicolo era concepito come fusiforme o ovale, per offrire minore resistenza all’acqua. Leonardo ne valutava il bilanciamento idrostatico con cura, un’anticipazione dei moderni sottomarini.
- Sistema di immersione: Zavorre mobili e camere d’aria regolabili per variare la galleggiabilità.
- Propulsione: Braccia umane o pedali a pale, concetti simili a quelli impiegati nei progetti di barche a pedali leonardesche.
- Aria respirabile: Un tema controverso, forse risolto con una primitiva forma di snorkel.
Contesto storico e applicazioni belliche
Alla fine del Quattrocento, la Repubblica di Venezia era una delle potenze marittime dominanti del Mediterraneo. Non è un caso che proprio Leonardo, durante il suo breve soggiorno a Venezia nel 1500, offrì le sue competenze ingegneristiche in ambito militare, proponendo metodi per danneggiare le navi nemiche senza essere visti. Il sottomarino poteva servire esattamente a questo: avvicinarsi ai vascelli avversari sotto il pelo dell’acqua e sabotarne lo scafo con strumenti da taglio o esplosivi.
Tuttavia, la stessa genialità che concepiva simili dispositivi era accompagnata da un’etica personale: Leonardo non voleva che il frutto della sua mente fosse usato per scopi “crudeli e disumani”. Da qui il silenzio sul progetto.
Un segreto sepolto nelle acque
Il sottomarino di Leonardo è forse l’esempio più affascinante della sua capacità di anticipare i tempi. Se da un lato il progetto rimane frammentario, dall’altro dimostra come il pensiero tecnico-scientifico del Rinascimento potesse già concepire tecnologie che solo nei secoli successivi avrebbero preso forma concreta.
Un’invenzione semi-sommersa, ancora oggi avvolta nel mistero.
